Tra i momenti più significativi di LND Quarto Tempo, la presentazione del progetto “Futs All” ha mostrato come lo sport possa diventare un linguaggio universale capace di unire ragazzi con e senza disabilità nello stesso campo da gioco.
Ideato da Alberto Andriola, il progetto nasce dall’esperienza del Baskin, il format di basket inclusivo già sperimentato, e porta nel mondo del calcio a cinque un modello in cui le differenze non sono un ostacolo, ma una risorsa.
Il principio alla base di Futs All è semplice ma rivoluzionario: contano le abilità, non le disabilità. Ogni giocatore entra in campo con un numero che rappresenta il proprio livello di abilità, da 1 a 6. I ragazzi con abilità 1 e 2, che presentano disabilità più importanti, giocano in aree specifiche del campo e possono essere affiancati da un tutor o utilizzare un ausilio. Dal livello 3 in su, le abilità aumentano progressivamente fino ad arrivare ai giocatori di livello 6, che si muovono in modo tradizionale.
Le regole del gioco sono state pensate per garantire equilibrio e partecipazione. Chi ha abilità più basse non può essere marcato, mentre chi ha maggiore esperienza o capacità deve rispettare limitazioni precise. Questo meccanismo consente di mettere davvero tutti sullo stesso piano, valorizzando ciascun contributo. Anche i giocatori con disabilità più significative possono risultare decisivi, perché alcune azioni e tiri speciali sono riservati proprio a loro, trasformando il gioco in un’esperienza collettiva in cui ogni partecipante è fondamentale per il risultato.
Futs All non è solo uno sport, ma una palestra di cooperazione, empatia e rispetto reciproco. Nel corso della presentazione è emerso chiaramente come questa formula riesca a generare un forte senso di autostima nei partecipanti, che si sentono protagonisti del gioco. L’obiettivo è quello di costruire una squadra in cui ciascuno, indipendentemente dalle proprie capacità, possa contribuire alla vittoria e sentirsi parte di un gruppo.
Osservare una partita di Futs All significa assistere a un nuovo modo di intendere il calcio: dinamico, emozionante e profondamente umano. È un modello di sport che supera le barriere e restituisce al gioco il suo significato più autentico, quello di essere uno spazio condiviso di relazione, crescita e felicità.

