Nel panel “Crescere insieme: la filiera del calcio femminile”, Federica Cappelletti, Presidente della Divisione Serie A Femminile Professionistica FIGC, ha portato il punto di vista del vertice della piramide, sottolineando come la sostenibilità e la crescita del movimento non possano prescindere da un lavoro condiviso lungo tutta la filiera.
“Ringrazio il presidente Abete per questa opportunità di confronto e per la sensibilità che dimostra verso il calcio femminile. Questi momenti non devono essere propaganda, ma occasioni concrete di crescita comune. Il calcio femminile è un sistema, un movimento da far maturare con pazienza, sacrificio e idee”.
Cappelletti ha voluto soffermarsi sul concetto stesso di filiera, ricordandone l’etimologia:
“Dal latino filum, il filo che unisce. Ecco, la filiera del calcio femminile è proprio questo: un filo che lega la base al vertice. Perché se manca la base, non esiste il vertice. Ma anche chi è in alto deve investire, sostenere e restituire valore a chi sta sotto”.
La presidente ha evidenziato come la Serie A, pur vivendo dinamiche economiche e gestionali più complesse, resti intimamente legata al lavoro delle categorie inferiori:
“Molte atlete oggi protagoniste in Serie A sono nate e cresciute nei settori giovanili della Serie C e della Serie B. È questo il segno più concreto della forza della filiera: un percorso reale di formazione, che trasforma un sogno in una professione. Oggi, finalmente, giocare a calcio può diventare un mestiere”.
Cappelletti ha ricordato anche i risultati dello studio Deloitte, che ha stimato in oltre un miliardo di euro il valore complessivo del movimento femminile italiano, includendo benefici economici, sociali e culturali:
“Non parliamo solo di sponsor o di diritti TV, ma di impatto sociale, salute, partecipazione. Il calcio femminile è un generatore di valore per il Paese. E la buona notizia è che, per la prima volta, sono gli sponsor a cercare noi: un segnale di fiducia e di crescita del settore”.
Sul fronte internazionale, la Serie A si muove con passo deciso:
“Abbiamo scelto di allinearci agli standard europei, anche nella denominazione Women’s Serie A, perché ormai siamo parte di un sistema continentale competitivo. Tre nostre squadre partecipano alla Champions League: è un traguardo che ci rende orgogliosi, ma anche un impegno a fare sempre meglio”.
Infine, un messaggio chiaro rivolto a tutto il movimento:
“Solo lavorando insieme possiamo crescere davvero. La Serie A, la Serie B, la Serie C e la base dilettantistica devono sentirsi parte di un’unica missione. Se ognuno pensa solo al proprio orto, non si costruisce nulla. Ma se coltiviamo insieme, con professionalità, passione e visione, possiamo arrivare molto lontano”.

