Nella Sala dei Trofei di Ferrara Expo si è tenuto uno dei momenti più significativi della seconda giornata di LND Quarto Tempo – L’Innovazione del Calcio Dilettantistico: il confronto tra il Ministro per lo Sport e i Giovani, Andrea Abodi, e il Presidente della Lega Nazionale Dilettanti, Giancarlo Abete, moderato dal giornalista Paolo Ghisoni. Un dialogo fitto e costruttivo, segnato da reciproca stima e da una visione comune: il calcio di base come bene pubblico, infrastruttura educativa e sociale che tiene unito il Paese.
“Con il Presidente Abete – ha esordito Abodi – cercheremo di consolidare le promesse fatte nelle premesse, perché c’è unità d’intenti: sappiamo cosa dobbiamo fare e conosciamo i nostri doveri. Dobbiamo tornare a coinvolgere i giovani, che oggi vanno raggiunti direttamente, perché non sempre sono loro a venirci incontro come accadeva un tempo. E serve più educazione, più rispetto, dentro e fuori dal campo. La terzietà arbitrale è un valore da difendere: l’autoarbitraggio non è una soluzione, sono pronto a sostenere anche economicamente le spese arbitrali, perché non si può fare sport senza chi ne garantisce la credibilità”.
Abodi ha poi ribadito la necessità di lavorare su una cultura sportiva del rispetto, richiamando il ruolo formativo dello sport di base.
“Il calcio non è solo un gioco, ma un linguaggio che educa, integra e responsabilizza. Se riusciamo a trasmettere questo messaggio ai ragazzi, avremo reso un servizio non solo allo sport ma al Paese”.
Il Presidente Abete, nel raccogliere l’intervento del Ministro, ha sottolineato il valore di una collaborazione basata sulla fiducia.
“L’importante è che ci sia un dialogo aperto e costruttivo, come ha detto giustamente Abodi. Ci lega un rapporto di amicizia e di stima che dura da molti anni, ma oggi ci incontriamo nei nostri ruoli per affrontare questioni concrete. La qualità dei rapporti personali può e deve diventare un valore aggiunto per tutto il movimento”.
Nel suo intervento, Abete ha allargato lo sguardo alla dimensione sociale e territoriale del calcio dilettantistico.
“Parliamo di dodicimila società, quattromila squadre, un milione di tesserati e quasi seicentomila partite ogni anno. È un sistema che regge perché fondato sui valori, sulla passione e sull’impegno volontario dei dirigenti. Il nostro compito è dare contenuti che legittimino questo impegno morale e valoriale”.
Un passaggio importante ha riguardato il tema delle risorse.
“Non si possono raggiungere obiettivi ambiziosi senza un flusso stabile di finanziamenti. Se non arrivano fondi alla Federazione, la FIGC non potrà sostenere la Lega Nazionale Dilettanti, che a sua volta sostiene la stessa Federazione. È un circuito virtuoso e unico nel panorama sportivo italiano, che va difeso e rafforzato”.
Abete ha poi richiamato i principi costituzionali che ispirano l’azione della LND.
“L’articolo 33 riconosce lo sport come strumento di formazione e di benessere. Il nostro impegno è far vivere concretamente questo valore, garantendo sicurezza, salute e opportunità a chi ogni giorno costruisce il calcio di base”.
In chiusura, il Ministro e il Presidente hanno condiviso la stessa prospettiva: un movimento dilettantistico che unisce territori, educa i giovani e genera valore civile oltre che sportivo. Un’intesa basata su metodo e proficua collaborazione che rappresenta, ancora una volta, la forza e la credibilità del calcio di base italiano.

